Accertamenti sull’idoneità a ricevere l’assegno di mantenimento
ACCERTAMENTI RISERVATI SULL’ASSEGNO DI MANTENIMENTO
Verifiche investigative a tutela del diritto all’assegno
Quando si affronta una separazione legale, sia essa consensuale che giudiziale, il vincolo matrimoniale non viene sciolto, ma solo sospeso, a differenza di quanto accade con il divorzio. In questa fase intermedia, lo status giuridico dei coniugi resta invariato: vengono meno i doveri affettivi e di collaborazione, mentre permane l’obbligo di assistenza materiale. Questo può tradursi nella necessità di corrispondere un assegno di mantenimento al coniuge economicamente più debole, privo di reddito o con entrate insufficienti a garantire un adeguato tenore di vita.
L’assegno di mantenimento non è un diritto immutabile: può essere modificato o revocato nel tempo, sia nei confronti del coniuge che dei figli. Ogni variazione deve essere valutata dal Tribunale, che deciderà tenendo conto delle posizioni di entrambe le parti. Le motivazioni più ricorrenti per la revoca dell’assegno all’ex coniuge includono:
– l’inizio di un’attività lavorativa stabile, che assicura autosufficienza economica;
– la celebrazione di un nuovo matrimonio da parte del beneficiario.
La semplice convivenza, invece, non comporta automaticamente la perdita del diritto all’assegno, a meno che non venga dimostrato un cambiamento rilevante nella situazione economica del soggetto beneficiario.
È importante chiarire che il coniuge obbligato al pagamento dell’assegno, anche se risposato, non viene esonerato dai propri obblighi economici derivanti dalla separazione.
Diverso è il discorso legato al mantenimento dei figli, in cui il focus è il benessere psicofisico del minore e la sua crescita equilibrata. Tale obbligo non termina al raggiungimento della maggiore età, ma prosegue fino a quando il figlio non raggiunge un’autonomia economica stabile. Qualora il figlio maggiorenne rifiuti consapevolmente proposte lavorative appropriate, il giudice può valutare una riduzione o cessazione dell’assegno.
Va però precisato, secondo quanto affermato dalla Cassazione civile, Sezione I – Sentenza n. 8221/2006, che è necessario distinguere tra chi rifiuta un impiego inadeguato o non coerente con il proprio percorso formativo e chi invece mantiene un atteggiamento passivo o negligente.
MODIFICA DELL’ASSEGNO DI MANTENIMENTO: LE RAGIONI PRINCIPALI E IL RUOLO DELLE INDAGINI INVESTIGATIVE
- Individuazione di attività lavorative non dichiarate
- Accertamenti su convivenze stabili attualmente in corso
- Analisi dello stile di vita di ex coniugi o figli maggiorenni
- Verifica della condizione lavorativa attuale
- Rilevamento di nuove relazioni affettive o matrimoni contratti
- Esame dell’avvio di nuove attività imprenditoriali
- Monitoraggio di investimenti effettuati di recente
- Controllo su acquisti rilevanti di immobili o beni di valore
- Studio di iniziative economiche o commerciali recenti
- Valutazione di eventuali variazioni nei redditi percepiti nel tempo